venerdì 29 marzo 2013

Pasqua del Signore

AUGURI

È la Pasqua del Signore!

Festa strana per chi non ha fede e per alcuni è solo festa di inizio primavera.
Festa fondamentale del credente cristiano.

Festa in cui salta ogni logica umana è sconvolta: la morte è sconfitta!

E i potenti, rovesciati dai troni, lasciano il posto ai poveri; i grandi, sbalzati dai loro scranni, fanno spazio ai piccoli. Dinanzi ad essi è il Signore in persona che si china, fino a terra per baciare piedi, asciugare lacrime, custodire smarrimenti. Oggi le lacrime si mutano in canto.

Festa della fragilità che diviene potente, della pietra scartata, che ora è testata d'angolo.

Festa della morte che si cambia in vita piena, eterna, sovrabbondante.

Festa del Dio dal volto umano e dell'uomo in cui  rintracciamo il vero volto di Dio.

Festa - quest'anno - anche di papa Francesco, giunto dalla fine del mondo con il suo buonasera! per chinarsi dinanzi a ciascuno di noi, per rammentarci il dovere della gioia e la meraviglia della tenerezza di Dio.

Custoditevi l'un l'altro... e custodite, per favore, il creato.

Queste le parole di papa Francesco, che ricordano il senso dell'antica alleanza nata attorno alla mensa, torniamo, condividere un pane, un incontro, un cammino.... Ma anche condividere la cura per l'uomo, troppo spesso umiliato e ferito, e del divino che attraverso di esso si fa presente. Poiché chi vuole incontrare Dio, potrà farlo solo incontrando i fratelli, immergendosi nel mondo degli uomini e delle creature tutte.

E a tutti i miei amici e anche quelli che non mi considerano loro amico, perchè non mi conoscono, a tutti i lettori de IL RISVEGLIO, ai bambini della scuola dell'Infanzia di Cavino, ai miei alunni di oggi e di ieri...
 AUGURI di BUONA PASQUA con l'affermazione liturgica   
 Cristo è veramente risorto, Alleluia!
Nevio Bedin



sabato 9 marzo 2013

Aspettiamo il nuovo Papa-
  Un interessante articolo dalla rivista IL TIMONE  ci aiuta a sperare che lo Spiritto Santo non ci farà  macare un  anltro Papa eccezionale  come Benedetto XVI 


Perché, anche di fronte all’improvvisa e imprevedibile rinuncia al pontificato di papa Benedetto XVI, ai timori circa le conseguenze per il futuro della Chiesa e del suo popolo – che, per un momento, ha provato la sensazione di sentirsi solo, spaesato e forse persino “abbandonato” dallo stesso Pastore universale della Chiesa – dobbiamo conservare una salda e inamovibile tranquillità d’animo?
Perché, pur ipotizzando che leragioni della rinuncia, così come le ha indicate Benedetto XVI nell’ormai famoso discorso ai cardinali, rimandino a circostanze realmente “gravissime”, la fede di un cattolico deve rimanere ferma e forte?
Domande più che comprensibili, alle quali Fede e ragione rispondono con limpida chiarezza.
La Fede, infatti, insegna che qualunque cosa accada, anche nella Chiesa, fosse pure la più tremenda che si possa immaginare (che so: l’eresia che si diffonde, pastori disobbedienti al Papa, logge massoniche operanti in Vaticano, lobbies omosessuali agenti all’ombra del cupolone, finanche cultori di satana che trovano spazio per riti aberranti e blasfemi nei sacri palazzi… chi può escluderlo a priori?) «le porte degli inferi non prevarranno».
Con buona pace di tutti i suoi nemici, interni (ahimè, ve ne sono) ed esterni, la Chiesa non verrà mai meno! Il fondamento di tale certezza è Dio stesso fattosi Uomo, ed Egli, proprio perché è Dio, non può né sbagliarsi né ingannarci.
Lui ci ha offerto – e noi l’abbiamo accolta – un’infallibile “polizza di assicurazione”: la Chiesa è Sua, è del Figlio di Dio, il Quale – per un disegno sostanzialmente misterioso, ma non del tutto incomprensibile – potrà persino consentire che la Catholica subisca colpi duri e mazzate dolorose, ma mai mortali.
Alla fede dà man forte la ragione. La quale constata come, nel corso della sua bimillenaria storia, la Chiesa abbia attraversato molte volte situazioni realmente “drammatiche”, tanto che molti dei suoi avversari ritenevano fosse giunta al capolinea. Che è esattamente ciò che ancora oggi sperano in tanti, e non solo – purtroppo – al di fuori della Chiesa. Eppure, il “Corpo mistico di Cristo” è ancora qui, vivo (di sicuro) e vegeto (anche se acciaccato).
Dunque, avanti senza timore! Forti di siffatta certezza, dormiamo sonni tranquilli, proprio come ebbe a dire l’allora cardinale Ratzinger a Vittorio Messori, che con il Prefetto della Congregazione per la Dottrina delle Fede (poi divenuto Papa) stava preparando il celebre “Rapporto sulla Fede”: «Io dormo benissimo, perché sono consapevole che la Chiesa non è nostra, è di Cristo, noi siamo solo servi inutili: io alla sera faccio l’esame di coscienza, se constato che durante la giornata ho fatto con buona volontà tutto quello che potevo, io dormo tranquillo».
Spiega Messori: «Ecco, Ratzinger ha assolutamente chiaro che noi non siamo chiamati a salvare la Chiesa, ma a servirla, e se non ce la fai più la servi in un altro modo, ti metti in ginocchio e preghi. La salvezza è una questione di Cristo». Sì, questo è proprio il momento di metterci in ginocchio e pregare.
Scritto da Gianpaolo BARRA