domenica 5 agosto 2012

Don Luciano  Marcon

        Un prete chi ha imparato a stare con gli ultimi, non da maestro, ma da compagno di viaggio, testimone umile e sereno della fede, anche negli acciacchi e nei limiti dell’anzianità.



Don Luciano Marcon ha concluso la sua esistenza terrena a91 anni, venerdì 26 luglio nella Casa di Riposo di Rossano Veneto, ove era attualmente ospite, dopo esserne stato per lunghi anni cappellano. Il passaggio da cappellano ad ospite era avvenuto senza traumi. Don Luciano aveva continuato il suo ministero presbiterale anche quando la salute non lo avrebbe permesso. La sua famigliarità con gli altri ospiti e la sua generosa disponibilità hanno favorito una presenza da prete, anche nella condizione di debolezza.
    L’ambiente della casa di riposo gli ha consentito di mettere a frutto quelle sue doti naturali di bontà, semplicità, socialità che avevano contrassegnato tutta la sua vita.
    Don Luciano era nato a Rossano Veneto nel 1921 ed era stato ordinato prete, appena finita la guerra, nel luglio del 1945. iniziò il suo ministero come cooperatore a Piove di Sacco, nel 1948 passò a Pontelongo, nel 1954 a Carrara San Giorgio. Nel 1957 si sposta a Camin per diventare entro l’anno parroco di Granze di Camin, nella nuova zona industriale di Padova in espansione. La sede della parrocchia veniva spostata in un altro luogo con il nuovo piano regolatore della zona industriale.
      Le energie del giovane parroco don Luciano le ha spese nel realizzare le strutture della parrocchia: la chiesa, la canonica, il patronato ed infine il campanile. Un compito non facile che richiedeva anche capacità di gestione.
    Nel 1997 il vescovo mons. Bordignon gli chiese chi assumere il ministero di parroco nella comunità di Cavino. Per vent’anni Don Luciano svolse la pastorale ordinaria.
   Non era l’uomo dell’organizzazione, ma il prete delle relazioni personali, capace di incontrare tutti, di avere per tutti una parola di consolazione. A distanza di anni è ancora vivo a Cavino un riconoscete ricordo di lui.

Nel 1997 si ritira al suo paese natale Rossano Veneto, assumendo il compito di cappellano della Casa di Riposo.

Abbiamo davanti agli occhi la sua ultima immagine: in carrozzella, fra gli ospiti nella sala di soggiorno della casa di riposo. Un prete chi ha imparato a stare con gli ultimi, non da maestro, ma da compagno di viaggio, testimone umile e sereno della fede, anche negli acciacchi e nei limiti dell’anzianità.
   Don Luciano era d’indole parsimonioso, sia nell’amministrazione delle parrocchie, sia nella sua vita personale, molto sobria. Negli ultimi anni ha voluto disporre ancora da vivo dei suoi risparmi, beneficando il seminario e le missioni, affidando alla Provvidenza le sue necessità.
   La diocesi riconoscente per tutto i bene ricevuto da questo umile prete, lo affida alle mani del Padre, da cui solo riceverà ricompensa.

   Testo della diocesi e letto dal mons. Vescovo nell’omelia della messa di esequie a Rossano Veneto e apparso si La Difesa del Popolo



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