venerdì 27 dicembre 2013

martedì 24 dicembre 2013

giovedì 28 novembre 2013

mercoledì 30 ottobre 2013

Oradur e la famiglia Miozzo


La strage
di Oradur e la famiglia Miozzo

Un interesse storico coinvolge  una donna di Cavino uccisa con i sui setti figli nel 1994  in Francia nella strage di Oradur-sur-Glane.
  Chi ha seguito la stampa locale ha letto due articoli di Nicola Stievano sulla vicenda capitata  ad una famiglia di Cavino emigrata in Francia  nel 1927  e dell’interesse storico del regista  veronese Mauro Vittorio  Quattrina  che sta raccogliendo informazioni, testimonianze per un film-documentario “ Il fuoco sopra gli angeli”  che probabilmente sarà pronto per aprile 2014 , prima del 60° anniversario della strage nazista del 10 giugno 1944 .

 Si tratta dei coniugi   Antonio Miozzo,  nato nel 1903, figlio di Beniamino e  Anna Marcon, e  di  Lucia Zoccarato di Campodarsego figlia di Angelo  e Orsolina Luisetto, residenti in via Bregatei  che erano recati in una regione centrale della Francia con i loro primi tre figli  e lì  ne hanno avuti altri sei.
Ebbene,  come scrive il giornalista citato nell’articolo del 2 agosto scorso,   “ È il 10 giugno 1944, alcuni giorni dopo lo sbarco in Normandia, quando il 4º Reggimento Panzer Grenadier Der Führer della divisione Das Reich, come rappresaglia per l’uccisione di un loro ufficiale, fece un rastrellamento entro i confini geografici del villaggio e ordinò a tutti gli abitanti di radunarsi in un parco, apparentemente per controllare i documenti. Nel frattempo gli uomini vennero portati in sei granai e uccisi a colpi di mitragliatrice. Le SS spararono alle gambe, secondo le testimonianze dei sopravvissuti, in modo da prolungare l’agonia, poi bruciarono i granai.
Morirono 197 persone, solo cinque si salvarono.
Quindi i nazisti entrarono nella chiesa dove avevano radunato 240 donne e 205 bambini: prima fecero esplodere un ordigno, poi spararono all’impazzata con le mitragliatrici.
Solo una donna sopravvisse, in tutto morirono 642 persone.    Nella notte il resto del paesino venne incendiato e raso al suolo».
 Oradour non è più stato ricostruito: da allora quelle macerie e le lamiere contorte e arrugginite sono uno dei tanti tristi moniti alla crudeltà umana.
Centinaia di lapidi ricordano le vittime innocenti nel “villaggio-martire”.
Una è dedicata alla famiglia padovana. La foto della madre Lucia Zoccarato (indicata con il cognome del marito, Miozzo) è circondata da quelle dei sette figli morti quel giorno: Bruno, Antonio,  Armando, Luigi, Anna Teresa, Marcello e Giovanni.
Appena tre i superstiti, perché probabilmente lontani dal villaggio: il marito Giuseppe Antonio Miozzo, che in seguito tornò a San Giorgio delle Pertiche, con le figlie Ofelia (morta nel 1973) e Angela.
Antonio  Miozzo si salvò perché, dopo l'8 settembre 1943 non aderendo alla Repubblica sociale di Mussolini, venne deportato in Germania dai tedeschi. 
 Nonostante avesse 9 figli,  fu richiamato in Italia nel 1940 per combattere come soldato. 
Venne a conoscenza della morte terribile di moglie e figli solo nel 1945 quando tornò dalla prigionia.  
Ritornato a Cavino, nella abitazione paterna  in via Bregatei (attuale civico 8, ora della sua casa rimane solo un rudere) sposò  Mercede Rosso, una paesana  ben nota per la sua dedizione in parrocchia e per la sua  bottega di mercerie. Morì nel 1954, otto anni prima del padre Beniamino, senza avere figli dalla seconda moglie.
Del  tragico fatto diversi nostri paesani erano a conoscenza, ma  mancavano particolari,  ora più chiari  grazie alla ricerca del regista e di appassionati di storia locale come il prof. Bruno Caon.   
La data dell’anniversario , 10 giugno 2014 potrebbe essere un’occasione per  poter, noi di San Giorgio delle Pertiche (Cavino),  presenziare  alla cerimonia in Francia

Da informazioni raccolte in rete Nevio B.

Ho aperto una pagina  su www.cavinoinforma.it   dove ho raccolto  documenti del web  sulla strage di Oradur e della famiglia  Miozzo.










mercoledì 25 settembre 2013

domenica 18 agosto 2013

Nuova farmacia a Cavino

Lettere in redazione
 Nuova farmacia  a Cavino
   ... Perché Il Risveglio non ha speso nessuna riga sull’inaugurazione della nuova farmacia?  E’ certamente un fatto importante....   Anche gli avvenimenti non legati alla parrocchia sono da  valorizzare per la nostra comunità locale.
Distinti saluti
E-mail firmata con sigla.

  Sono d’accordo che l’inaugurazione della farmacia a  Cavino è  un evento straordinari, atteso da tempo da molti paesani, progettato da più di tre anni dall’Amministrazione comunale.
Ebbene sabato 8 giugno  è arriva  la terza farmacia  del nostro comune. L’amministrazione comunale per  avere il servizio a Cavino  era partita nel 2008 con la richiesta di un’ulteriore farmacia rispetto alle due di San Giorgio e Arsego alla Regione Veneto. 
Quando questa l’ha concessa, l’amministrazione comunale ha deliberato la prelazione. Entrata in possesso della licenza, il sindaco Catia Zorzi ha provveduto a far pubblicare il bando per l’individuazione del Concessionario  del servizio Farmaceutico della nuova farmacia rurale comunale nella frazione di Cavino .  
 L’assegnazione è stata fatta  all’inizio di quest’anno  alla  ditta “Farmacia Comunale Sas Di Lissandron Susanna unica partecipante
«L’offerta, unica», ha detto il sindaco  «è stata superiore alla richiesta . 
Così abbiamo subito iniziato i controlli per verificare la rispondenza dei requisiti al bando e quelli relativi ai locali».Se per la l’impresa che gestisce la “ nostra” farmacia è un investimento su un paese in crescita, spetta  a noi usufruire del servizio anche se purtroppo la locazione del negozio non è in centro paese.


N.B.





settembre 2013


domenica 7 luglio 2013

NOI a Cavino

Cos’è Noi Associazione?

“NOI Associazione” nasce nel 2002 a servizio degli oratori, dei patronati e dei circoli ricreativi.
L’Associazione si è formata con lo scopo di favorire un profondo senso di appartenenza e di partecipazione ecclesiale.
“NOI Associazione” raccoglie la pluriennale esperienza delle realtà diocesane impegnate a fare pastorale non solo con il mondo giovanile,
ma anche secondo la nuova ottica della pastorale d’insieme, che guarda alle parrocchie nel complesso delle loro espressioni.
Il nuovo organismo ecclesiale intende favorire la forma associativa e la promozione sociale, mettendo in rete un’ampia disponibilità di
competenze negli ambiti della formazione, dell’animazione culturale e sportiva, coltivando uno stretto rapporto con le diverse realtà
presenti nel territorio.

- Perché nasce l’esigenza di un Circolo Noi a Cavino?
Innanzi tutto esistono delle esigenze legislative: la presenza all’interno del Centro Parrocchiale di un bar che usufruisce di agevolazioni
fiscali è possibile solo se questo è ad uso esclusivo dei soci del Circolo.
Crediamo che fare Circolo debba comunque andare oltre ad una semplice gestione del bar ed essere in regola con gli adempimenti
legislativi: fare Circolo è identificarsi in una realtà locale e condividerne le esperienze, nel rispetto di un’autonomia organizzativa ed
economica ma con la possibilità di confrontarsi con altre realtà simili.

- All’interno del Centro Parrocchiale, di cosa si occuperà Noi di Cavino?
Grazie a dei volontari, Noi Cavino si occuperà in primo luogo dell’apertura del Centro Parrocchiale e del bar, della gestione delle sale per
attività extra-parrocchiali e dell’organizzazione delle pulizie.
Durante l’anno associativo promuoverà inoltre attività ricreative, culturali e di promozione sociale come ad esempio feste, gite e tornei
sportivi, ecc.
- Dal punto di vista economico, quali sono le entrate e le uscite del Circolo?
La prima fonte di introiti di Noi Cavino sarà il bar. A questa si possono aggiungere eventuali rimanenze attive provenienti dalle iniziative e
dalle quote del 5 per 1000 delle denunce dei redditi che chiunque sarà libero di destinare al Circolo.
Le entrate verranno spese per l’organizzazione di attività, per l’acquisto di attrezzature, per le manutenzioni ordinarie del Centro
Parrocchiale.
Come ogni associazione senza scopo di lucro, l’obiettivo economico di Noi Cavino è comunque la parità di bilancio.

- Chi si occupa della parte economica e delle attività del Circolo?
La gestione economica e il coordinamento delle attività del circolo verranno seguiti dal Consiglio Direttivo, eletto ogni 3 anni dall’Assemblea
dei Soci come previsto dallo Statuto del Circolo.

- Come si potrà far parte del circolo Noi?
E' sufficiente un tesseramento rinnovabile annualmente.

- È sufficiente pagare la quota associativa per essere soci?
Da punto di vista formale sì. Ma per non essere solo un numero di tessera bisogna condividere un progetto comune, essere informati sulle
attività del proprio Circolo e, nel limite delle proprie possibilità di tempo ed interessi, partecipare attivamente alle varie proposte.

- E per partecipare attivamente all'organizzazione del circolo cosa bisogna fare?
Ogni socio può partecipare attivamente alla vita del Circolo dando la propria disponibilità nella realizzazione di eventi e/o attività quali ad
esempio feste, gite, bar, pulizie, ecc.
Tutti i soci sono anche liberi di proporsi per l’organizzazione degli eventi, sottoponendo idee e progetti al Consiglio Direttivo.

- Cosa si propone Noi Cavino per il futuro?
L’auspicio è quello di iniziare con le prime attività a partire da Settembre accogliendo tutte le proposte dei parrocchiani, dai bambini ai
meno giovani. Per far questo c’è però bisogno della collaborazione di più soci: fatevi avanti


luglio-agosto 2013


giovedì 27 giugno 2013

Scultura su legno

10 ° Ex-tempore
di scultura su legno
Giovanni da Cavino
          
Agli occhi di Lei : come e cosa si vede al femminile” Questo il  tema suggerito  ai sette artisti che hanno partecipato alla manifestazione culturale di questa edizione, (numero quest’anno ridotto per questioni economiche): 
Moraru Alexandru,   
Morini Ezio,   
Grott Florian, 
Ghiro Enrico , 
Pallaro Aldo, 
Gasparini Adriano  e
 Cecchin Carla
Fase di realizzazione delle opere in piazza Cavino


Con  sensibilità diverse  e con percorsi culturali differenti hanno creato da un pezzo di legno  quell'idea di donna  che   l’ingegno di un artista sa immaginare.
La premiazione ha visto il primo riconoscimento ad una donna, l’unica artista presente sig.ra Cecchin Carla.
Il direttore artistico  Betto Lucio  ha  presentato  il profilo artistico dei partecipanti e motivato le premiazioni
All'Associazione Insieme per Cavino da 10 anni promotrice  accanto al premio Giovanni da Cavino, di questa singolare manifestazione, all'Amministrazione Comunale per il sostegno culturale ed economico: un grazie da tutta la comunità di Cavino.



Un'opera in fase di finitura  s'alza verso il cielo 

Si intravede una figura di donna 

Foto di gruppo: artisti, sindaco e rappresentanti comunali e del'Associazione INSIEME a CAVINO

Premiato il Gruppo POLIS

21° Premio “Giovanni da Cavino”
azioni  tendenti ad elevare la dignità della persona                  
Premiato il  Gruppo POLIS
“Per quanto espresso a tutela della donna”.

Arrivati alla 21^ edizione: un traguardo rispettabile per un premio di riconoscimento a persone o gruppi che hanno elevato la dignità della persona.
Quest’anno  è stato conferito al Gruppo POLIS  con la seguente motivazione; “Per quanto espresso a tutela della donna”

Dopo il discorso introduttivo del presidente Ferdinando Bedin e i saluti del sindaco  è stata data la parola al rappresentante designato per ricevere il Premio dall'associazione   che ha illustrato prima  il lavori del gruppo e le sue finalità, poi il problema della violenza alle donne  nella situazione italiana e regionale. 
Ha fatto appello ad un cambio di mentalità come una soluzione di un problema da sempre esiste, ma che ora appare più preoccupante da vicende  di cronaca che mettono 


  Presentazione del presidente prof. Ferdinando Bedin

Il sindaco e il rappresentante dell'Associazione POLIS

Consegna del Premio 21° edizione 


Donne vittime di violenza

Nella sola provincia di Padova sono 111.000 le donne tra i 16 e 70 anni – circa il 34% - che dichiarano di essere state vittime di una violenza fisica, sessuale o psicologica nel corso della loro vita e solo il 5% di loro denuncia i persecutori (cfr. “La violenza contro le donne nella Provincia di Padova”. Rapporto 2009). Nel 2012 il Centro Veneto Progetti Donna (Centro Antiviolenza di Padova) ha ricevuto 375 richieste di aiuto, con un andamento in aumento nei primi mesi del 2013.
Per tutelare le donne vittime di violenza in ambito familiare e le donne vittime di tratta a scopo di sfruttamento sessuale, abbiamo avviato una serie di iniziative, che possano garantire loro una possibilità di ricostruire il loro futuro:
· accoglienza in due appartamenti di cui uno ad indirizzo segreto, per togliere le vittime dalle mani dei loro sfruttatori e dei loro persecutori e per aiutarle in un nuovo progetto di vita. Le donne accolte ricevono assistenza sanitaria e psicologica, stabiliscono relazioni di fiducia, iniziano percorsi di accompagnamento lavorativo individualizzato
· azioni per implementare l’autonomia delle donne e aiutarle a trovare un progetto di vita autonomo attraverso un inserimento sociale, abitativo, lavorativo
campagne di sensibilizzazione contro la tratta e la violenza sulle donne, per favorire la consapevolezza e la solidarietà dei cittadini, delle istituzioni e delle imprese.