23° Premio “Giovanni da Cavino”“
“ Per azioni tendenti ad elevare la dignità della persona”“ ha premiato
SERGIO LIBRALON
detto “Cecio”
“Per l’impegno a favore dell’ambiente e nel sociale”.
La cerimonia di premiazione svoltasi nella Sala polivalente di Cavino ha visto una numerosa presenza di pubblico, maggiore rispetto alle precedenti edizioni, perché “Cecio” è stato un personaggio unico, straordinario e di grande umanità, colto, convinto di certi ideali e contemporaneamente semplice.
Il presidente dell’Associazione Premio Giovanni da Cavino Ferdinando Bedin, dopo aver ricordato l’originalità del Premio e aver presentato in breve le motivazioni dell’assegnazione, ha definito Sergio un ragazzo buono e semplice.
Tra gli interventi significativo è stato quello di Zanarella Lucia che con Cecio ha collaborato in molti progetti.
Tra le affermazioni importanti ha detto: “ Un cittadino di San Giorgio delle Pertiche che nel suo lavoro faceva crescere tutta l’Alta padovana... lavorare con Cecio voleva dire crescere in responsabilità... era un “esperto” dei diritti umani”. Ricorda poi una delle “battaglie” quella della realizzazione della ciclabile dell’Ostiglia e aggiunge che “quando andiamo in Ostiglia, ricordiamo Cecio”. Esperto in agricoltura, amico di Gianni Parolin che ha realizzato una vera cooperativa agricola (anni 60) .... aveva l’intuizione politica di come far crescere la partecipazione e la collaborazione tra cittadini e tra tutte le forze presenti nel territorio. ” Un accenno poi Lucia lo rivolge lo rivolge al Gruppo Ambiente dove Sergio è stato protagonista e al Comitato di Sostegno ai profughi dell’ex Jugoslavia e in particolare della Bosnia di cui Sergio è stato promotore e sostenitore. Conclude affermando che Cecio è stato un “combattente”.
L’intervento poi di don Albino Bizzotto, fondatore dei Beati i Costruttori di Pace, ha arricchito la presentazione di Cecio, avvalorando le ragioni dell’assegnazione del Premio. Ecco alcuni passaggi del suo discorso.
“La figura di Cecio non si può sezionare....una persona che viveva quello che diceva e faceva,tentando di recuperare un mondo dove non fossero i soldi a decidere i rapporti, dove non fosse la forza a decidere gli eventi dell’umanità. Scegliere la non violenza, scegliere l’ambiente, scegliere la collaborazione politica era un unico progetto della sua vita.” Uomo pratico che “portava avanti le idee non solo a livello personale, ma in collaborazione con gli altri”.... era un sognatore, che ha lottato per i grandi ideali ma che si è accorto che dopo una vita spesa, molti problemi sono rimasti ... si chiedeva se valesse la pena continuare a lottare anche se si è perdenti. Così rispondeva a se stesso: meglio perdenti che perduti! .... di mezzo c’è anche la nostra persona, la nostra umanità...”
Cosi ha proseguito don Albino: “ Cecio era convinto di non smettere di lottare contro il sistema della prepotenza ... contro lo sfruttamento del suolo. Quando è mancato Cecio aveva dato inizio ad un progetto portato avanti dall’ Associazione Africachiama per dare l’acqua pura a chi non ce l’ha ... Ha fatto tutto quello che poteva con chi gli stava a fianco...
Il sindaco Prevedello e il parroco don Gianluigi hanno aggiunto un breve pensiero di condivisione e apprezzamento per la nobile figura di Sergio.
Ha parlato poi il responsabile del gruppo Polis Roberto Balbo, (associazione premiata due anni fa per la lotta contro il femminicidio) il quale ha sottolineato l’amicizia e la collaborazione che Sergio ha offerto per la nascita della cooperativa e nonostante la diversità di opinioni sempre si dimostrato, rispettoso, collaborativo. “Sergio mi ha aiutato ad avviare un’attività di coltura biologica coltivando 6 ettari di terreno occupando stabilmente 5 persone e una decina di disabili...... l’ho conosciuto circa 20 anni fa e condiviso con lui tre passi: l’obiezione di coscienza, la cooperazione sociale e la lavorazione della terra. Sergio era una persona che ci metteva del proprio, partiva per primo, una persona ricca di ideali.... e un uomo di speranza. “”
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