giovedì 24 dicembre 2015
domenica 20 dicembre 2015
venerdì 27 novembre 2015
martedì 27 ottobre 2015
lunedì 28 settembre 2015
lunedì 21 settembre 2015
IL FIGLIO DELL’UOMO DOVEVA SOFFRIRE MOLTO
20 SETTEMBRE 2015
«Il Figlio dell’uomo viene consegnato nelle mani degli uomini e lo uccideranno... ma dopo tre giorni risorgerà». Così Gesù annuncia la sua passione, già profetizzata dal profeta Isaia. La grandezza di Gesù e del suo discepolo sta nel compiere la volontà del Padre e nel servire i fratelli, soprattutto i più piccoli.
«IL FIGLIO DELL’UOMO DOVEVA SOFFRIRE MOLTO…»
«Chi accoglie uno solo di questi bambini nel mio nome, accoglie me…».
DOMENICA scorsa abbiamo ascoltato il primo annuncio della passione; ecco oggi il secondo. In entrambi i casi Marco registra la resistenza da parte dei discepoli, che mostrano l’incapacità di seguire Gesù su questa via. Dopo il primo annuncio è Pietro a opporre resistenza; oggi è l’intero gruppo (Vangelo), che discute su chi fosse il più grande. Mentre Gesù annuncia di farsi servo fino alla Croce, i discepoli desiderano primeggiare! Ecco una di quelle passioni negative di cui parla Giacomo nella II Lettura, che suscitano guerre, liti, gelosie, contese. A esse l’apostolo oppone la sapienza che viene dall’alto come un seme di pace, donando altri atteggiamenti alla nostra vita. Ci rende bambini, come quelli che Gesù accoglie. Anziché imporsi sugli altri, Gesù ci invita ad accogliere e a lasciarci accogliere nella pace. Come è diverso questo atteggiamento dall’odio, dal rifiuto, dalla condanna a una morte infamante propostici nella I Lettura dal libro della Sapienza! Siamo così invitati a un discernimento e a una scelta: quale sapienza vogliamo abbracciare? Quella del mondo o quella del Vangelo?
Fr Luca Fallica, Comunità SS. Trinità, Dumenza
Fr Luca Fallica, Comunità SS. Trinità, Dumenza
Intenzioni Sante Messe
DOMENICA 20 XXV Domenica del T. O.
Ore 9.00, Bertapelle Armando; Maggiolo Fabio e nonni; Bedin Giorgio; Peruzzo Romeo. Ore 11.00, Pro Populo.
LUNEdì 21 ore 8.00, uff. Secondo l’intenzione dell’offerente.
MARTEDì 22 ore 18.00, uff. Salmaso Giuseppe.
MERCOLEDì 23 ore 8.00, uff. Tonello Giuseppe.
GIOVEDì 24 ore 18.00, uff. Bragagnolo Giuseppe e Ofelia.
VENERDì 25 ore 8.00, uff. .
SABATO 26 Ore 19.00, uff. Beghin Guerriero; Salmaso Virginio; Santini Bruno e Fam. Def.; Caon Enedina, Albertina e Santina; Badin Renzo; Favero Giuseppina.
DOMENICA 27 XXVI Domenica del T. O.
Ore 9.00, Tonello Giorgio e Scapin Angela; Libralon Annamaria; Badan Bruno e Agostini Tarcisio; Nicoletti Lino; Tosato Attilio e Fam. Def.; Torresin Bruno e Fam. Def.; Martori Emilio e Rina.
Ore 11.00, Pro Populo.
Incontri
Lunedì ore 21.00 Incontro-prove per il gruppo Corale parrocchiale.
Giovedì ore 21.00 Incontro-prove per il coro Voci in festa.
Avvisi
· Settembre, come sapete bene ormai, è il mese dedicato alla preghiera e al sostegno per i seminari diocesani. Domenica prossima concludiamo e raccogliamo il nostro contributo, troverete tra i banchi la busta per la vostra offerta vi chiedo di essere generosi come sempre.
· Lunedì 21 settembre, alle ore 21.00, ci sarà l’incontro dei volontari del Fondo di Solidarietà Parrocchiale, quello che noi chiamiamo comunemente ’cassa peota’, a questi volontari va tutta la nostra riconoscenza per il prezioso servizio che svolgono con la loro umile attività.
· Mercoledì 23 settembre, alle ore 21.00, nella saletta sottocanonica, ci sarà il Cnsiglio Pastorale Parrocchiale, invito i consiglieri alla presenza e alla puntualità.
· Giovedì 24 settembre, alle ore 21.00, in sala G. Borsi, ci sarà un incontro per tutte le associazioni che sono interessate alla piastra polifunzionale che sarà realizzata quanto prima possibile, si raccoglieranno suggerimenti e consigli...
· Venerdì 25 settembre, alle ore 20.00, celebreremo una S. Messa presso la famiglia Muffato in Via Cavinati per festeggiare il centesimo compleanno di Schiavo Virginia Teresa, tutti sono invitati a partecipare...
· Sabato 26 settembre, alle ore 20.30, in chiesa a San Giorgio ci sarà il Concerto dei cori giovani del nostro vicariato, ‘Dipingiamo note cantando i colori’ è un bel segno di unità delle parrocchie del nostro vicariato che sono chiamate sempre più a collaborare. La nostra parrocchia partecipa col coro ‘Voci in festa’. Invito tutti a partecipare numerosi.
domenica 20 settembre 2015
lunedì 7 settembre 2015
Video Concerto sacro a Cavino
CONCERTO SACRO
Venerdì 28 agosto nella chiesa parrocchiale si è tenuto un CONCERTO SACRO per celebrare il centenario della parrocchia di Cavino.Gli artisti presenti sono musicisti del luogo.
Il concerto, che ha visto la presenza di un folto pubblico ha proposto alcune pagine di musica sacra da Bach a Vivaldi, da Morzart a Rossini, da Verdi a Puccini fino a contemporanei come W. Dalla Vecchia
Ecco un video che raccoglie spezzoni di canto e foto
Venerdì 28 agosto nella chiesa parrocchiale si è tenuto un CONCERTO SACRO per celebrare il centenario della parrocchia di Cavino.Gli artisti presenti sono musicisti del luogo.
Il concerto, che ha visto la presenza di un folto pubblico ha proposto alcune pagine di musica sacra da Bach a Vivaldi, da Morzart a Rossini, da Verdi a Puccini fino a contemporanei come W. Dalla Vecchia
Ecco un video che raccoglie spezzoni di canto e foto
domenica 23 agosto 2015
sabato 27 giugno 2015
mercoledì 24 giugno 2015
Cecio Per l’impegno a favore dell’ambiente e nel sociale.
23° Premio “Giovanni da Cavino”“
“ Per azioni tendenti ad elevare la dignità della persona”“ ha premiato
SERGIO LIBRALON
detto “Cecio”
“Per l’impegno a favore dell’ambiente e nel sociale”.
La cerimonia di premiazione svoltasi nella Sala polivalente di Cavino ha visto una numerosa presenza di pubblico, maggiore rispetto alle precedenti edizioni, perché “Cecio” è stato un personaggio unico, straordinario e di grande umanità, colto, convinto di certi ideali e contemporaneamente semplice.
Il presidente dell’Associazione Premio Giovanni da Cavino Ferdinando Bedin, dopo aver ricordato l’originalità del Premio e aver presentato in breve le motivazioni dell’assegnazione, ha definito Sergio un ragazzo buono e semplice.
Tra gli interventi significativo è stato quello di Zanarella Lucia che con Cecio ha collaborato in molti progetti.
Tra le affermazioni importanti ha detto: “ Un cittadino di San Giorgio delle Pertiche che nel suo lavoro faceva crescere tutta l’Alta padovana... lavorare con Cecio voleva dire crescere in responsabilità... era un “esperto” dei diritti umani”. Ricorda poi una delle “battaglie” quella della realizzazione della ciclabile dell’Ostiglia e aggiunge che “quando andiamo in Ostiglia, ricordiamo Cecio”. Esperto in agricoltura, amico di Gianni Parolin che ha realizzato una vera cooperativa agricola (anni 60) .... aveva l’intuizione politica di come far crescere la partecipazione e la collaborazione tra cittadini e tra tutte le forze presenti nel territorio. ” Un accenno poi Lucia lo rivolge lo rivolge al Gruppo Ambiente dove Sergio è stato protagonista e al Comitato di Sostegno ai profughi dell’ex Jugoslavia e in particolare della Bosnia di cui Sergio è stato promotore e sostenitore. Conclude affermando che Cecio è stato un “combattente”.
L’intervento poi di don Albino Bizzotto, fondatore dei Beati i Costruttori di Pace, ha arricchito la presentazione di Cecio, avvalorando le ragioni dell’assegnazione del Premio. Ecco alcuni passaggi del suo discorso.
“La figura di Cecio non si può sezionare....una persona che viveva quello che diceva e faceva,tentando di recuperare un mondo dove non fossero i soldi a decidere i rapporti, dove non fosse la forza a decidere gli eventi dell’umanità. Scegliere la non violenza, scegliere l’ambiente, scegliere la collaborazione politica era un unico progetto della sua vita.” Uomo pratico che “portava avanti le idee non solo a livello personale, ma in collaborazione con gli altri”.... era un sognatore, che ha lottato per i grandi ideali ma che si è accorto che dopo una vita spesa, molti problemi sono rimasti ... si chiedeva se valesse la pena continuare a lottare anche se si è perdenti. Così rispondeva a se stesso: meglio perdenti che perduti! .... di mezzo c’è anche la nostra persona, la nostra umanità...”
Cosi ha proseguito don Albino: “ Cecio era convinto di non smettere di lottare contro il sistema della prepotenza ... contro lo sfruttamento del suolo. Quando è mancato Cecio aveva dato inizio ad un progetto portato avanti dall’ Associazione Africachiama per dare l’acqua pura a chi non ce l’ha ... Ha fatto tutto quello che poteva con chi gli stava a fianco...
Il sindaco Prevedello e il parroco don Gianluigi hanno aggiunto un breve pensiero di condivisione e apprezzamento per la nobile figura di Sergio.
Ha parlato poi il responsabile del gruppo Polis Roberto Balbo, (associazione premiata due anni fa per la lotta contro il femminicidio) il quale ha sottolineato l’amicizia e la collaborazione che Sergio ha offerto per la nascita della cooperativa e nonostante la diversità di opinioni sempre si dimostrato, rispettoso, collaborativo. “Sergio mi ha aiutato ad avviare un’attività di coltura biologica coltivando 6 ettari di terreno occupando stabilmente 5 persone e una decina di disabili...... l’ho conosciuto circa 20 anni fa e condiviso con lui tre passi: l’obiezione di coscienza, la cooperazione sociale e la lavorazione della terra. Sergio era una persona che ci metteva del proprio, partiva per primo, una persona ricca di ideali.... e un uomo di speranza. “”
Video, articoli e foto su cavino informa.it
VIDEO
lunedì 1 giugno 2015
martedì 28 aprile 2015
sabato 25 aprile 2015
giovedì 26 marzo 2015
mercoledì 25 marzo 2015
domenica 15 marzo 2015
domenica 1 marzo 2015
Don Gianfranco Marinazzo e Don Delfino Frigo
DUE RITRATTI
MERAVIGLIOSI
Don Gianfranco Marinazzo
Nella mattinata di venerdì 20 febbraio il cuore di don Gianfranco Martinazzo si è fermato. Le facoltà mentali si erano inceppato il pomeriggio del 2 settembre. quando in bicicletta stava andando a trovare gli ammalati nella parrocchia di San Lorenzo di Abano. Lo scontro con una moto, in modalità non ancora accertate, lo ha portato nel reparto di rianimazione dell'ospedale Sant'Antonio. Da allora non si erano visti segni di ripresa agli stimoli esterni. In queste condizioni ai primi di ottobre era stato accolto nel reparto Kolbe dell opera della Provvidenza Sarmeola. Don Gianfranco non aveva fratelli viventi ma qualche parente che assieme agli amici gli sono stati vicini in questo periodo. Sentiamo il dovere di esprimere al personale dell'opera della Provvidenza un vivo ringraziamento per la cura e premurosa con cui lo hanno assistito. Don Gianfranco era nato a Murelle di Villanova nel 1932 e ha percorso l'intero iter del seminario concluso con l'ordinazione nel 1957. La sua prima nomina e di cooperatore a Piove di Sacco accanto a monsignor Roberto Carniello. Dopo 7 anni assume il compito di vicario economo della vicina parrocchia di Piovega Nel 1967 passa nella pedemontana come parroco di Laverda, ma nel 1973, è nominato parroco di Montà, nella periferia di Padova. Al compiersi dei 10 anni, chiede di cambiare e si sposta in un'altra parrocchia della periferia, alla Mandria. Nel 1987 chi è un allungamento e viene poi nominato parroco di Cavino. Non aveva ancora compiuto i 10 anni di parroco, né i 75 di vita, quando anche per condizioni di salute si ritira come penitenziere nella parrocchia di San Lorenzo di Abano.
Secondo il detto di un altro sacerdote anziano " sono occupato non preoccupato" anche don Gianfranco, sollevato dalle responsabilità ,non si è tirato indietro, ma si è dato tutto, oltre il limite dell'età e della salute, nella disponibilità alle confessioni e alla visita degli anziani ammalati. Aveva ritrovato una comunità accogliente che eri cambiava il suo voler bene.
Il ritmo dei suoi cambiamenti dice qualcosa della sua indole un po' riservata che non si legava a persone e gruppi, per cui sembrava un po' distaccato. E' rimasto in ogni comunità il tempo per dare il meglio di sé nella testimonianza della sua vita di prete
Così lo ricorda un suo compagno di ordinazione: "Prete tutto d'un pezzo senza pezzi di ricambio di vecchio stampo di fede e di vocazione radicata è sicura, come il carattere basso della sua voce, colonna e riferimento delle corali in seminario è nelle sue comunità. Nel ministero, rigido nelle sue impostazioni liturgiche e pastorali, ispirate da prescrizioni e indirizzi superiori, da rispettare; zelante e preciso fino a rassegnare ostinazione e caparbietà; lu; con lui ( l'ecco di un commento della gente) bisognava starsi i filare dritto, altrimenti si ....stona, come nel canto, la sua innata passione!"
" Sensibile e puntuale sempre negli incontri di classe di ordinazione capace di proposte e di iniziative a promozione dell'amicizia di gruppo.
Amicizia ricambiata fino alla fine: significativo il rito dell'Unzione celebrato qualche domenica fa da noi suoi compagni riuniti attorno al suo letto, capolavoro di matura fraternità fino alla commozione."
"Mi piace ricordare anche le sue memorabili entusiasmanti escursioni in montagna; penso che tra le Dolomiti e dintorni nessun rifugio e vette accessibili siano rimaste fuori dall'elenco.
E' stato decisivo è coerente anche nell'ultima carità: lasciare tutto (e non era poco) per casi di necessità e povertà, anche verso istituzioni diocesane".
L'estate scorsa, qualche mese prima dell'incidente, si è recato in Seminario portando un assegno consistente, dicendo: "I doni e le feste si fanno in vita (lo stesso pensiero espresso dell'ultimo prete defunto don Antonio Veronese).
Nel suo testamento redatto l 8 settembre 2013 e consegnato in custodia al notaio della Curia don Luciano Barin, aggiunse alcune brevi note spirituali che si concludono con appunti sulla morte tratti dalla Gaudium et Spes ed aggiunge: "Professo la fede nel mistero pasquale: mi ha dato coraggio e speranza nel futuro. Affidandomi a questa fede pasquale.... Signore eccomi!".
Don Delfino Frigo prete innamorato della gente.
Mancava poco a mezzogiorno di domenica 22 febbraio quando don Delfino Frigo all'età di 55 anni, parroco di San Giacomo di Romano, ha emesso l'ultimo respiro, dopo alcuni giorni in cui la gravità del male aveva avvertito della vicina conclusione.
Si trovava da una decina di giorni nel reparto di terapia intensiva della cardiologia all'ospedale Cittadella. Ma da alcuni anni era seguito dai medici del reparto di ematologia dell'ospedale di Padova per una malattia rara, ma rimasta stazionarie fino al marzo dello scorso anno quando è cominciato un lento declino del cuore prima, dei polmoni poi, e infine dei reni.
Per un anno don Delfino ha accolto tutte le terapie sperando fino all'ultimo di riuscire a farcela, aveva subito vari ricoveri, ma aveva scelto di restare in canonica concelebrando una messa alla domenica, così i parrocchiani hanno potuto leggere sul suo volto il progressivo procedere del male.
Essendo una persona molto riservata, per quanto riguardava la sua vita personale, ha condiviso con un gruppo ristretto di amici la malattia taciuta agli altri, perché non voleva la pietà di nessuno. Un ringraziamento particolare al suo medico Maria Grazia che l'ha seguito come un fratello, non come un paziente. Alla mamma che l'ha accompagnato in questo cammino con speranza e alla sorella: le nostre condoglianze. Don Delfino era nato a San Zenone degli Ezzelini nel 1959. La famiglia si era poi trasferita a Fellette. E' entrato nel seminario di Padova come vocazione giovanile, è stato ordinato prete nel 1988. Inizia a svolgere il ministero di cooperatore prima a Tencarola e poi al Sacro Cuore in Padova. Nel 1996 viene nominato parroco di Faedo e arciprete di Fontanafredda. Due anni dopo diventa parroco moderatore della nuova unità pastorale di Cinto Euganeo, Faedo, Fontanafredda, Valnogaredo. Nel 2002 accetta la nomina di parroco a Santa Giustina in Colle nel 2011 arriva a San Giacomo di Romano.
"Grazie per averci insegnato un modo esigenza di lavorare in parrocchia grazie per la cura e la passione con cui hai preparato tutti gli incontri e soprattutto le liturgie domenicali". Sono parole del vicepresidente del Consiglio Pastorale di Santa Giustina in Colle. "Grazie per le energie profuse per la pazienza e l'entusiasmo con cui hai fatto crescere chi ti è stato vicino ci hai aiutato a diventare - collaboratori e più corresponsabili. Grazie per le energie che hai investito per il futuro di questa comunità per il lavoro che hai fatto con i giovani con i ragazzi e con le famiglie ...." Un lontano ricordo dei compagni di seminario : " Delfino grazie alla sua precedente esperienza lavorativa e relazionale, aveva di fatto portato con sé in seminario una fitta rete di persone con cui continuava a tenere i contatti. Anche successivamente nel ministero ha mostrato immediatezza e discrezione nelle relazioni."
Un parroco che gli è stato vicino:" Per me don Delfino significa finezza e gentilezza. Credo che questa sia una caratteristica spiccata della sua persona. Un garbo nei modi e nelle parole, nel tratto, nell' incontrare e dare spazio agli altri che diventa sorriso ascolto invito suggerimento, consolazione e speranza. Don Delfino è un immagine bella e speciale dell'essere prete diocesano, un innamorato della sua gente dedicato è offerto alla sua comunità .
Don Delfino è stato un catalizzatore di reti e punti possibili, sempre, in parrocchia, in vicariato nel promuovere uno stile diocesano.
La cerimonia eucaristica di commiato è stata celebrata nella chiesa di San Giacomo di Romano il 25 febbraio dal vescovo Antonio.
Don Gianfranco Marinazzo
Nella mattinata di venerdì 20 febbraio il cuore di don Gianfranco Martinazzo si è fermato. Le facoltà mentali si erano inceppato il pomeriggio del 2 settembre. quando in bicicletta stava andando a trovare gli ammalati nella parrocchia di San Lorenzo di Abano. Lo scontro con una moto, in modalità non ancora accertate, lo ha portato nel reparto di rianimazione dell'ospedale Sant'Antonio. Da allora non si erano visti segni di ripresa agli stimoli esterni. In queste condizioni ai primi di ottobre era stato accolto nel reparto Kolbe dell opera della Provvidenza Sarmeola. Don Gianfranco non aveva fratelli viventi ma qualche parente che assieme agli amici gli sono stati vicini in questo periodo. Sentiamo il dovere di esprimere al personale dell'opera della Provvidenza un vivo ringraziamento per la cura e premurosa con cui lo hanno assistito. Don Gianfranco era nato a Murelle di Villanova nel 1932 e ha percorso l'intero iter del seminario concluso con l'ordinazione nel 1957. La sua prima nomina e di cooperatore a Piove di Sacco accanto a monsignor Roberto Carniello. Dopo 7 anni assume il compito di vicario economo della vicina parrocchia di Piovega Nel 1967 passa nella pedemontana come parroco di Laverda, ma nel 1973, è nominato parroco di Montà, nella periferia di Padova. Al compiersi dei 10 anni, chiede di cambiare e si sposta in un'altra parrocchia della periferia, alla Mandria. Nel 1987 chi è un allungamento e viene poi nominato parroco di Cavino. Non aveva ancora compiuto i 10 anni di parroco, né i 75 di vita, quando anche per condizioni di salute si ritira come penitenziere nella parrocchia di San Lorenzo di Abano.
Secondo il detto di un altro sacerdote anziano " sono occupato non preoccupato" anche don Gianfranco, sollevato dalle responsabilità ,non si è tirato indietro, ma si è dato tutto, oltre il limite dell'età e della salute, nella disponibilità alle confessioni e alla visita degli anziani ammalati. Aveva ritrovato una comunità accogliente che eri cambiava il suo voler bene.
Il ritmo dei suoi cambiamenti dice qualcosa della sua indole un po' riservata che non si legava a persone e gruppi, per cui sembrava un po' distaccato. E' rimasto in ogni comunità il tempo per dare il meglio di sé nella testimonianza della sua vita di prete
Così lo ricorda un suo compagno di ordinazione: "Prete tutto d'un pezzo senza pezzi di ricambio di vecchio stampo di fede e di vocazione radicata è sicura, come il carattere basso della sua voce, colonna e riferimento delle corali in seminario è nelle sue comunità. Nel ministero, rigido nelle sue impostazioni liturgiche e pastorali, ispirate da prescrizioni e indirizzi superiori, da rispettare; zelante e preciso fino a rassegnare ostinazione e caparbietà; lu; con lui ( l'ecco di un commento della gente) bisognava starsi i filare dritto, altrimenti si ....stona, come nel canto, la sua innata passione!"
" Sensibile e puntuale sempre negli incontri di classe di ordinazione capace di proposte e di iniziative a promozione dell'amicizia di gruppo.
Amicizia ricambiata fino alla fine: significativo il rito dell'Unzione celebrato qualche domenica fa da noi suoi compagni riuniti attorno al suo letto, capolavoro di matura fraternità fino alla commozione."
"Mi piace ricordare anche le sue memorabili entusiasmanti escursioni in montagna; penso che tra le Dolomiti e dintorni nessun rifugio e vette accessibili siano rimaste fuori dall'elenco.
E' stato decisivo è coerente anche nell'ultima carità: lasciare tutto (e non era poco) per casi di necessità e povertà, anche verso istituzioni diocesane".
L'estate scorsa, qualche mese prima dell'incidente, si è recato in Seminario portando un assegno consistente, dicendo: "I doni e le feste si fanno in vita (lo stesso pensiero espresso dell'ultimo prete defunto don Antonio Veronese).
Nel suo testamento redatto l 8 settembre 2013 e consegnato in custodia al notaio della Curia don Luciano Barin, aggiunse alcune brevi note spirituali che si concludono con appunti sulla morte tratti dalla Gaudium et Spes ed aggiunge: "Professo la fede nel mistero pasquale: mi ha dato coraggio e speranza nel futuro. Affidandomi a questa fede pasquale.... Signore eccomi!".
Don Delfino Frigo prete innamorato della gente.
Mancava poco a mezzogiorno di domenica 22 febbraio quando don Delfino Frigo all'età di 55 anni, parroco di San Giacomo di Romano, ha emesso l'ultimo respiro, dopo alcuni giorni in cui la gravità del male aveva avvertito della vicina conclusione.
Si trovava da una decina di giorni nel reparto di terapia intensiva della cardiologia all'ospedale Cittadella. Ma da alcuni anni era seguito dai medici del reparto di ematologia dell'ospedale di Padova per una malattia rara, ma rimasta stazionarie fino al marzo dello scorso anno quando è cominciato un lento declino del cuore prima, dei polmoni poi, e infine dei reni.
Per un anno don Delfino ha accolto tutte le terapie sperando fino all'ultimo di riuscire a farcela, aveva subito vari ricoveri, ma aveva scelto di restare in canonica concelebrando una messa alla domenica, così i parrocchiani hanno potuto leggere sul suo volto il progressivo procedere del male.
Essendo una persona molto riservata, per quanto riguardava la sua vita personale, ha condiviso con un gruppo ristretto di amici la malattia taciuta agli altri, perché non voleva la pietà di nessuno. Un ringraziamento particolare al suo medico Maria Grazia che l'ha seguito come un fratello, non come un paziente. Alla mamma che l'ha accompagnato in questo cammino con speranza e alla sorella: le nostre condoglianze. Don Delfino era nato a San Zenone degli Ezzelini nel 1959. La famiglia si era poi trasferita a Fellette. E' entrato nel seminario di Padova come vocazione giovanile, è stato ordinato prete nel 1988. Inizia a svolgere il ministero di cooperatore prima a Tencarola e poi al Sacro Cuore in Padova. Nel 1996 viene nominato parroco di Faedo e arciprete di Fontanafredda. Due anni dopo diventa parroco moderatore della nuova unità pastorale di Cinto Euganeo, Faedo, Fontanafredda, Valnogaredo. Nel 2002 accetta la nomina di parroco a Santa Giustina in Colle nel 2011 arriva a San Giacomo di Romano.
"Grazie per averci insegnato un modo esigenza di lavorare in parrocchia grazie per la cura e la passione con cui hai preparato tutti gli incontri e soprattutto le liturgie domenicali". Sono parole del vicepresidente del Consiglio Pastorale di Santa Giustina in Colle. "Grazie per le energie profuse per la pazienza e l'entusiasmo con cui hai fatto crescere chi ti è stato vicino ci hai aiutato a diventare - collaboratori e più corresponsabili. Grazie per le energie che hai investito per il futuro di questa comunità per il lavoro che hai fatto con i giovani con i ragazzi e con le famiglie ...." Un lontano ricordo dei compagni di seminario : " Delfino grazie alla sua precedente esperienza lavorativa e relazionale, aveva di fatto portato con sé in seminario una fitta rete di persone con cui continuava a tenere i contatti. Anche successivamente nel ministero ha mostrato immediatezza e discrezione nelle relazioni."
Un parroco che gli è stato vicino:" Per me don Delfino significa finezza e gentilezza. Credo che questa sia una caratteristica spiccata della sua persona. Un garbo nei modi e nelle parole, nel tratto, nell' incontrare e dare spazio agli altri che diventa sorriso ascolto invito suggerimento, consolazione e speranza. Don Delfino è un immagine bella e speciale dell'essere prete diocesano, un innamorato della sua gente dedicato è offerto alla sua comunità .
Don Delfino è stato un catalizzatore di reti e punti possibili, sempre, in parrocchia, in vicariato nel promuovere uno stile diocesano.
La cerimonia eucaristica di commiato è stata celebrata nella chiesa di San Giacomo di Romano il 25 febbraio dal vescovo Antonio.
mercoledì 25 febbraio 2015
E' morto don GIANFRANCO MARTINAZZO
Ieri sera la notizia: è morto don GIANFRANCO
Dal trauma cranico subito nell'incidente del 2 settembre, quando uno scooter l'aveva investito scaraventandolo a terra, don Gianfranco non ha più preso conoscenza. Ricoverato per un paio di mesi in terapia intensiva all'ospedale Sant'Antonio di Padova e poi trasferito all'Opera della Provvidenza a Sarmeola, reparto M. Kolbe, è spirato ieri, venerdì 20 febbraio . " Persona colta e saggia" lo ha definito un nostro paesano, e io aggiungerei, sacerdote attivo e convinto, ha lasciato certamente una traccia in molte persone, anche a coloro che lo volevano a"loro immagine". In attesa di sapere la data dei funerali, preghiamo il Signore che lo accolga tra i suoi "servi buoni e fedeli. Aggiungo in calce l 'articolo che ho scritto nel maggio 2006 in occasione del suo fine mandato, prima di ritiarrsi ad Abano Terme Grazie Don Franco! 17 ottobre 1997. Nove anni sono passati da quella festa di saluto per ringraziare Don Luciano del suo servizio a Cavino per vent’anni ed accogliere il nuovo parroco Don Gianfranco. Il tempo è passato velocemente… e ora siamo qui a ringraziarlo per quanto egli ha operato nella “vigna di Cavino”. L’incontro con le persone è sempre un momento di arricchimento: l’incontro con un sacerdote lo è maggiormente, perché per la sua missione smuove anche quella parte di noi che non traspare spesso: la spiritualità in generale e la fede in Cristo in particolare. A Don Franco non possiamo non riconosce il merito di averci scosso, anche quando avremo voluto stare tranquilli e badare solo a noi stessi. Egli costantemente ha svolto il suo ruolo di annunciatore del Vangelo; non ha perso occasione per ricordaci che abbiamo scelto di essere cristiani e che lo dobbiamo confermare. Ha più volte invitato tutti noi alla collaborazione. Molti hanno detto di sì, ma poi… per alcuni le parole non sono diventati fatti, per altri avevano la disponibilità limitata, per altri le sue maniere non erano gradite e così, fra varie scuse, spesso si è trovato con pochi e a volte solo. Tuttavia non si è mai perso di coraggio...anche per Cristo erano molti quelli che lo seguivano, ma sotto la croce c’erano pochi. Grazie anche per il coraggio di intraprendere lavori di sistemazione della chiesa: dal tetto,all’illuminazione, dal riscaldamento alla sacrestia, all’adeguamento liturgico…; e della Scuola Materna: ristrutturazione e ampliamento, nonché rinnovamento funzionale; per le altre opere: aule di catechesi, patronato e sale adiacenti.
Nevio Bedin
Dal trauma cranico subito nell'incidente del 2 settembre, quando uno scooter l'aveva investito scaraventandolo a terra, don Gianfranco non ha più preso conoscenza. Ricoverato per un paio di mesi in terapia intensiva all'ospedale Sant'Antonio di Padova e poi trasferito all'Opera della Provvidenza a Sarmeola, reparto M. Kolbe, è spirato ieri, venerdì 20 febbraio . " Persona colta e saggia" lo ha definito un nostro paesano, e io aggiungerei, sacerdote attivo e convinto, ha lasciato certamente una traccia in molte persone, anche a coloro che lo volevano a"loro immagine". In attesa di sapere la data dei funerali, preghiamo il Signore che lo accolga tra i suoi "servi buoni e fedeli. Aggiungo in calce l 'articolo che ho scritto nel maggio 2006 in occasione del suo fine mandato, prima di ritiarrsi ad Abano Terme Grazie Don Franco! 17 ottobre 1997. Nove anni sono passati da quella festa di saluto per ringraziare Don Luciano del suo servizio a Cavino per vent’anni ed accogliere il nuovo parroco Don Gianfranco. Il tempo è passato velocemente… e ora siamo qui a ringraziarlo per quanto egli ha operato nella “vigna di Cavino”. L’incontro con le persone è sempre un momento di arricchimento: l’incontro con un sacerdote lo è maggiormente, perché per la sua missione smuove anche quella parte di noi che non traspare spesso: la spiritualità in generale e la fede in Cristo in particolare. A Don Franco non possiamo non riconosce il merito di averci scosso, anche quando avremo voluto stare tranquilli e badare solo a noi stessi. Egli costantemente ha svolto il suo ruolo di annunciatore del Vangelo; non ha perso occasione per ricordaci che abbiamo scelto di essere cristiani e che lo dobbiamo confermare. Ha più volte invitato tutti noi alla collaborazione. Molti hanno detto di sì, ma poi… per alcuni le parole non sono diventati fatti, per altri avevano la disponibilità limitata, per altri le sue maniere non erano gradite e così, fra varie scuse, spesso si è trovato con pochi e a volte solo. Tuttavia non si è mai perso di coraggio...anche per Cristo erano molti quelli che lo seguivano, ma sotto la croce c’erano pochi. Grazie anche per il coraggio di intraprendere lavori di sistemazione della chiesa: dal tetto,all’illuminazione, dal riscaldamento alla sacrestia, all’adeguamento liturgico…; e della Scuola Materna: ristrutturazione e ampliamento, nonché rinnovamento funzionale; per le altre opere: aule di catechesi, patronato e sale adiacenti.
Nevio Bedin
mercoledì 28 gennaio 2015
mercoledì 21 gennaio 2015
Situazione idrica a Atchade Koe
Video del Gruppo
AFRICACHIAMA
sulla situazione idrica di Atchade Kope
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