Novembre: pensiamo ai nostri defunti
CHI CREDE NEL FIGLIO HA LA VITA ETERNA
“Tutto è venuto dalla polvere e tutto ritorna alla polvere», constata amaramente il Qoelet.
Ma Dio, che ha nelle sue mani lo spirito di ogni vivente (Gb 12,10), riversa la sua rugiada luminosa (Is 26,19), come seme di eternità, nella nostra carne mortale.
Ecco perché fin dall’inizio la Chiesa «ha coltivato con grande pietà la memoria dei defunti e... ha offerto per loro anche suffragi»
La morte per il cristiano non è un momento al termine del suo cammino terreno, un punto avulso dal resto detta vita.
La vita terrena è preparazione a quella celeste, stiamo in essa come bambini nel seno materno: la nostra vita terrena è un periodo di formazione, di lotte, di prime scelte.
Con la morte l’uomo si trova di fronte a tutto ciò che costituisce l’oggetto delle sue aspirazioni più profonde: si troverà di fronte a Cristo e sarà la scelta definitiva, costruita con tutte le scelte parziali di questa vita.
Cristo ci attende con le braccia aperte.
L’uomo che si decide per Cristo troverà in quell’amore la gioia piena e definitiva. Possiamo fare qualcosa per i defunti?
La creatura umana è destinata alla vita eterna, la morte è solo il compimento dell’esistenza terrena.
In ogni persona infatti, anche se morta in Stato di grazia, può sussistere tanta imperfezione, tanto da purificare dell’antico egoismo
Noi allora dobbiamo pregare per i fratelli defunti, perché raggiungano il riposo eterno in Dio; ed essi ci ricordano che l’eternità è riservata ai giusti e ai buoni.
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