martedì 5 gennaio 2010

In questi giorni le famiglie devono decidere l’opzione se avvalersi dell’Irc, un’opportunità per gli studenti

È tempo di scegliere la scuola e anche se avvalersi dell’ora di religione. Molte famiglie sono alle prese con decisioni che determinano la qualità educativa e formativa futura dei figli.
Perciò è decisivo cogliere i benefici, in termini di senso della vita e anche dello studio, che offre la frequenza dell’insegnamento della religione cattolica.
Dunque, una scelta importante
È importante che la famiglia ritorni a occuparsi della scelta, soprattutto perché sia consapevole della ricchezza di questa disciplina. L’Insegnamento della religione cattolica (Irc) permette ai ragazzi un percorso culturale davvero utile, in quanto le altre materie rispondono a domande tipo «come, cosa, quando, dove, quanto». Ma ci sono due domande che sono il fondamento dello studio, di ogni voglia di sapere, di vivere: perché? Per chi?
L’Irc aiuta i ragazzi a fare questo percorso culturale.
Consente un di più di senso.
Oggi i ragazzi fanno più fatica sulle motivazioni, sulla ricerca dei significati: «Che senso ha la mia vita? Davanti ai fatti brutti che capitano che futuro ho?». Un percorso culturale non può quindi chiudersi semplicemente sulle nozioni apprese. L’Irc insieme con le altre discipline permette di andare a toccare quelli che sono i nodi essenziali della vita di un bambino, di un preadolescente o di un adolescente, sulle motivazioni di fondo dello studio. I ragazzi non vogliono risposte banali e quando non le trovano inizia la loro crisi.
Mio figlio va già in parrocchia e frequenta il catechismo.
A maggior ragione si deve sceglierla. È davvero una contraddizione non fare religione a scuola da parte di un ragazzo che frequenta la comunità cristiana, che vive l’animazione in oratorio, che è educatore.
Non potranno essere veri testimoni se innanzitutto non vivono anche nella scuola una presenza significativa dentro il dibattito culturale, interculturale, interreligioso e interdisciplinare che permette proprio l’Irc.
E chi non fa religione?
Mi sembra giusto che ci sia la possibilità di scelta. Ma le istituzioni devono decidersi a rispettare fino in fondo la normativa - non è stata mai veramente pensata una vera alternativa. C’è in pochissime scuole, ma è importante farla, perché i ragazzi ne hanno diritto. Non si può dire che non ci sono le risorse: gli studenti sono il centro della scuola e le risorse vanno messe a loro servizio. Oppure c’è lo studio assistito o quello individuale  È grave, perché è l’ora del nulla.
Questo è il vero cancro della scuola, perché un ragazzo così percepisce che sui banchi bisogna starci il meno possibile.
È un danno per la scuola, non per l’Irc: entrare un’ora dopo, uscire un’ora prima o peggio durante l’orario della giornata.
N.B. (liberamente adattato)

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